Le Pietre Gemelle

In latino Petrae Gemellae, in tittschu Pressmilch, in italiano Pietre Gemelle o anche o Presmell

Si narra che un macigno, rotolato dal fianco del monte, all’impatto con il fondo della valle si spaccò in due parti uguali tra loro, che sembravano guardarsi in faccia. Sono queste le pietre “gemelle” che si vedono tra la strada statale ed il fiume Sesia a poco meno di metà percorso tra Riva Valdobbia e Alagna, e hanno dato il nome alla comunità che fino al 1475 comprendeva l’intero territorio di Riva Valdobbia e Alagna.

In latino Petrae Gemellae, in tittschu Pressmilch, in italiano Pietre Gemelle o anche o Presmell. La più antica attestazione della sua esistenza è un documento dell’Archivio Civico di Vercelli (Codice Biscioni) che contiene il giuramento di fedeltà a Vercelli da parte dei valsesiani, risalente all’anno 1217: in esso compare tale “Guidetus filius Johannis de Petris Zumellis” quale unico rappresentante di Pietre Gemelle.

Fino al 1325 la Comunità era subordinata alla Parrocchia di Scopa: l’arrivo del popolo Walser, il conseguente aumento della popolazione e la crescente difficoltà a raggiungere una così lontana località indussero all’autonomia.

Venne così istituita la Parrocchia autonoma di S. Michele, che fino al 1475, anno della definitiva divisione tra Alagna e Riva Valdobbia, rimase a capo di questi due villaggi.

Nel corso dei secoli la maggior parte delle case venne costruita su di un piccolo rialto, l’attuale centro storico di Riva Valdobbia, e la località di Pietre Gemelle rimase nota per i due poderosi macigni che ancora oggi, nonostante il trascorrere dei secoli, stanno a contemplarsi come due fratelli identici.